baghera è detta bughy perchè "corta"; è una mezza persiana con la coda a fulmine che mi aiuta a badare a tutti gli amici/mici...

mercoledì 22 maggio 2013

Balilla e Stellina



 Le cagnoline anziane di papà.



Ne parlavo tempo fa descrivendo il loro amore incondizionato al mio caro vecchio babbo che parla poco, ma quando incontra il loro sguardo gli si illumina il volto.
Una vita vissuta in simbiosi, sempre al fianco del loro amico umano.






martedì 21 maggio 2013

# TI SALUTO

Condivido il post dell'amica Sara accogliendo il suo suggerimento, COPINCOLLO!

In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.
Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.
In Italia l’insulto sessista è pratica comuneperché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.
Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.
A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.
L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.
Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.
Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).
Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.
Sarebbe un modo pubblico per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo.
Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.
Andiamocene. E diciamo #tisaluto.
Questo post è pubblicato in contemporanea anche da Marina TerragniLoredana Lipperini,Giovanna Cosenza , Giorgia Vezzoli e Lorella Zanardo.
Se ti va, copincollalo anche tu!

domenica 12 maggio 2013

a te, mamma


 Che tenerezza...sono passati cinquant'anni, ormai
eppure ogni tanto avrei ancora bisogno di essere presa in braccio.
                                                                                                            
                                                                                                             
 
  

"La mia mamma ha gli occhi castani molto belli,
  ma quando lavora li ha stanchi.

  Quando lavora i suoi capelli neri si spettinano tutti; 
  quando deve andare a fare la spesa, anche se piove va lo stesso
  perchè lei per la famiglia farebbe tutto.

 E' di carattere buono, è semplice, generosa ma qualche volta anche un pò nervosa.

 E' un pò grassottella ma per me sta bene così.

 Quando la vedo stanca vorrei poterla aiutare ma fino ad ora non ho potuto farlo,
 spero di farlo in seguito."


Tratto da uno di quei lavoretti che si facevano alle elementari, in occasione della Festa della mamma.
Sette anni fa ho voluto rileggerle questa piccola poesia..ciao mamma!